Tumore alla mammella HER2-positivo: Tykerb potrebbe presentare benefici nelle micrometastasi


Mediante esperimenti in vitro ed in vivo ( su modelli murini ), Ricercatori hanno trovato che una piccola molecola che ha come bersaglio specifiche proteine sulla superficie delle cellule del tumore mammario possono inibire la crescita delle cellule del carcinoma alla mammella, che migrano al cervello.
La piccola molecola utilizzata negli studi è Lapatinib ( Tykerb ), che agisce sul pathway di segnale HER2/neu, inibendo l’attivazione delle proteine di segnale, che sono necessarie per la crescita tumorale, ma anche per la migrazione cellulare e la proliferazione .
Nel modello murino, Lepatinib ha ridotto il numero di lesioni cerebrali.

Raramente le metastasi cerebrali sono trattate con farmaci, ciò è dovuto al fatto che molti farmaci non superano la barriera emato-encefalica.
Ad esempio, Trastuzumab ( Herceptin ), un anticopro che ha come bersaglio HER2, viene impiegato per inibire la crescita del carcinoma mammario, ma ha dimensioni tali da non passare la barriera emato-encefalica, risultando pertanto inefficace nei confronti delle cellule del tumore mammario, migranti al cervello.

Attualmente, le opzioni terapeutiche per i pazienti con tumore mammario e metastasi cerebrali sono limitate agli steroidi, alla radioterapia e alla chirurgia.

Le metastasi cerebrali da carcinoma alla mammella si presentano in circa 1/3 di tutti i tumori mammari, HER2+, metastatici.
Approssimativamente il 20-25% dei tumori alla mammella sono HER-positivi; questi tumori tendono a crescere più rapidamente ed hanno una maggiore probabilità di recidivare, rispetto ai tumori che non iperesprimono HER2.

Lapatimib inibisce l’attivazione sia di HER2 che di EGFR.
Lapatimib, in associazione alla Capecitabina ( Xeloda ), è stato approvato nel trattamento dei pazienti con carcinoma mammario HER+, la cui malattia è progredita dopo trattamento con Trastuzumab, in combinazione con altri farmaci, come un’antraciclina ed un taxano.
Studi clinici sull’uomo hanno valutato Lapatinib nel trattamento delle metastasi cerebrali, ma i risultati sono stati modesti.

Per verificare se Lapatinib fosse efficace nelle micrometastasi, i Ricercatori del NCI hanno iniettato cellule di tumore mammario umano, iperesprimenti solo EGFR o ipereprimenti EGFR ed HER2, nei topi.
Cinque giorni più tardi ai topi è stato somministrato Lapatinib o una soluzione placebo, 2 volte al giorno per 24 giorni.
Dall’esame del cervello dei topi è emerso che Lapatinib ha ridotto lo sviluppo di metastasi cerebrali di grandi dimensioni del 50% o più, rispetto al placebo.

I Ricercatori hanno scoperto che le cellule di tumore mammario che esprimevano i più alti livelli sia di EGFR che di HER2, erano più sensibili al farmaco. Le cellule tumorali esprimenti alti livelli solo di uno dei recettori presentavano una sensibilità a Lapatinib inferiore del 30%.

Queste scoperte indicano che Lapatinib può risultare benefico nel trattamento delle pazienti con carcinoma mammario HER2+ con micrometastasi, e a rischio di sviluppare metastasi cerebrali. ( Xagena_2008 )

Fonte: National Institutes of Health, 2008



Link: MedicinaNews.it