Xalkori per il cancro del polmone non-piccole cellule ALK-positivo
L’Agenzia Italiana del Farmaco, AIFA, ha autorizzato la rimborsabilità per Xalkori ( Crizotinib ) con l’indicazione per il trattamento di pazienti adulti pretrattati per carcinoma polmonare non-a-piccole cellule ( NSCLC – Non Small Cell Lung Cancer ), positivo per ALK ( Anaplastic Lymphoma Kinase, chinasi del linfoma anaplastico ) in stadio avanzato.
Crizotinib, autorizzato nell'Unione Europea dall’European Medicines Agency ( EMA ) nell'ottobre 2012, è un inibitore orale del recettore della tirosin-chinasi che ha come bersaglio la proteina ALK.
Recentemente sono state scoperte molte anomalie genetiche responsabili dello sviluppo e della crescita delel neoplasie e sono stati sviluppati molti test diagnostici per individuarle nei pazienti.
Alla luce delle nuove conoscenze, il cancro non è più considerato un’unica malattia bensì un insieme di malattie, ognuna con caratteristiche peculiari, contraddistinto da specifiche alterazioni molecolari.
Attualmente i test utilizzabili per identificare i pazienti con riarrangiamento di ALK eleggibili per il trattamento con Crizotinib sono i seguenti:
test di immunoistochimica ( IHC ): impiega anticorpi per identificare specifiche proteine alterate presenti nelle cellule tumorali;
test della ibridazione in situ fluorescente ( FISH ): sfrutta la fluorescenza per riconoscere specifiche sequenze di DNA.
ALK appartiene a una famiglia di proteine denominate recettori tirosin-chinasi ( RTK ), che contribuiscono alla crescita cellulare. Nei pazienti ALK-positivi la proteina ALK è attiva in modo anomalo e può favorire la crescita di cellule tumorali.
Il principio attivo di Xalkori, Crizotinib, è un inibitore di RTK. Agisce prevalentemente bloccando l’attività di ALK, anche in presenza di alterazione genetica, e riducendo in tal modo la crescita e la diffusione del cancro nel tumore NSCLC ALK-positivo.
Uno studio su 347 pazienti ALK-positivi trattati in precedenza ha evidenziato che quelli trattati con Xalkori vivevano in media per quasi otto mesi senza peggioramento della malattia, rispetto a tre mesi nei pazienti trattati con Pemetrexed o Docetaxel.
In un altro studio su 343 pazienti affetti da NSCLC e non trattati in precedenza, quelli che assumevano Xalkori vivevano in media per quasi 11 mesi senza peggioramento della malattia, rispetto a sette mesi nei pazienti sottoposti a una terapia contenente Pemetrexed.
Gli effetti indesiderati più comuni di Xalkori ( osservati in più di 1 paziente su 4 ) sono disturbi visivi, nausea, diarrea, vomito, edema ( gonfiore ), incremento degli enzimi epatici nel sangue, diminuzione dell’appetito, stipsi, capogiro, neuropatia ( dolore causato da danno al sistema nervoso ) e affaticamento.
Gli effetti indesiderati più gravi sono tossicità epatica, polmonite ( infiammazione dei polmoni ), neutropenia ( bassi livelli di neutrofili nel sangue, un tipo di globuli bianchi ) e intervallo QT prolungato ( un disturbo dell’attività elettrica del cuore ).
Xalkori non deve essere usato in pazienti con funzione epatica gravemente compromessa. ( Xagena_2015 )
Fonte: Pfizer, 2015
Xagena_Medicina_2015