Tumore al colon e al retto con metastasi epatiche: l'aggiunta di Cetuximab alla chemioterapia aumenta l'efficacia


I pazienti con un tumore del colon-retto e con metastasi epatiche trattati con Cetuximab ( Erbitux ) più chemioterapia ( con i regimi FOLFIRI o mFOLFOX6 ) hanno ottenuto un prolungamento della sopravvivenza e più alte percentuali di risposta rispetto a quelli sottoposti solo a chemioterapia.

Tra i pazienti del gruppo Cetuximab più chemioterapia, le percentuali di resezione epatica completa ed esiti positivi sono risultate significativamente più alte, più che triplicate, rispetto al gruppo di controllo ( 25.7% versus 7.4%; odds ratio, OR=4.37; P inferiore a 0.01 ), mentre la sopravvivenza globale ( OS ) a 3 anni è più che raddoppiata ( 41% versus 18%; P = 0.013 ).

La maggior parte degli studi precedenti che avevano valutato l’aggiunta di Cetuximab, un inibitore di EGFR, alla chemioterapia in questo setting hanno preso in considerazione il ruolo delle mutazioni di KRAS o l'efficacia del trattamento complessivo, senza considerare l'impatto sulla resecabilità epatica.

Il nuovo studio ha valutato l’effetto di Cetuximab in un gruppo di pazienti le cui metastasi epatiche inizialmente erano state considerate non-operabili.
Sono stati seguiti 138 pazienti con adenocarcinoma del colon-retto KRAS-negativi e, dopo la resezione del tumore primario, li hanno sottoposti alla chemioterapia con o senza Cetuximab.
La determinazione della fattibilità della resezione epatica è stata compiuta da un gruppo costituito da tre chirurghi epatici.

L’età mediana dei pazienti era di 58 anni e quasi due terzi erano uomini. Più del 40% aveva almeno quattro metastasi epatiche documentate, e in oltre il 60% dei casi la malattia era in stadio III-IV.
Nel gruppo trattato con Cetuximab più chemioterapia, i pazienti sottoposti ad asportazione delle metastasi epatiche sono stati 18 su 70, mentre nel gruppo trattato solo con chemioterapia 5 su 68.

La sopravvivenza mediana complessiva è stata di 30.9 mesi nel gruppo Cetuximab, contro 21 mesi nel gruppo controllo ( hazard ratio, HR=0.54; P = 0.013 ), mentre la sopravvivenza mediana libera da progressione è stata rispettivamente di 10.2 mesi verso 5.8 ( HR=0.60; P = 0.004 ).
Anche la percentuale di risposta obiettiva è stata superiore nel braccio trattato con Cetuximab: 57.1% versus 29.4%; P inferiore a 0.01 ).

Inoltre, nel gruppo Cetuximab, i pazienti sottoposti a resezione delle metastasi epatiche hanno mostrato una sopravvivenza mediana complessiva significativamente superiore a quelli non-operati ( 46.4 versus 25.7 mesi; P inferiore a 0.01 ).

Due terzi dei 18 pazienti hanno presentato in seguito una ricaduta, con recidive al fegato, ai polmoni e al peritoneo; al momento del cut-off dei dati ( giugno 2012 ) 6 di questi pazienti sono morti.

Anche nei pazienti non-sottoposti ad asportazione delle metastasi epatiche, quelli del gruppo Cetuximab hanno avuto una sopravvivenza complessiva e una sopravvivenza libera da progressione superiore rispetto a quelli trattati solamente con la chemioterapia.

La tossicità è stata per lo più lieve, anche se il rash è stato più frequente nei pazienti trattati con Cetuximab. ( Xagena_2013 )

Fonte: Journal of Clinical Oncology, 2013

Xagena_Medicina_2013