Tumore alla prostata: Enzalutamide prima della chemioterapia
In Italia il cancro alla prostata avanza al ritmo di 35mila nuove diagnosi l'anno e 8 mila morti, il 40% dei pazienti sviluppa metastasi e in 1-2 casi su 10 il tumore viene scoperto in ritardo, quando ormai è in fase avanzata.
E' la terza neoplasia maligna nella popolazione generale, la più frequente nei maschi adulti per i quali dopo i 50 anni rappresenta oltre il 20% di tutti i tumori diagnosticati.
Si contano, inoltre, almeno 398mila uomini con una pregressa diagnosi di carcinoma alla prostata che, malgrado i progressi terapeutici, in un'elevata percentuale di casi evolve in una forma resistente alla terapia anti-androgenica e va incontro a metastasi.
Per coloro che presentano forme metastatiche resistenti alla terapia ormonale e non-sottoposti a chemioterapia, l'AIFA ha autorizzato l'indicazione pre-chemioterapia di Enzalutamide ( Xtandi ), già utilizzato dopo il fallimento del trattamento chemioterapico.
Enzalutamide inibisce il recettore degli androgeni, cruciale nel processo di crescita e metastatizzazione della cellula tumorale prostatica.
Oltre all'efficacia, cioè a un miglioramento della sopravvivenza, il farmaco è anche caratterizzato da un buon profilo di tollerabilità.
Uno dei maggiori problemi associati alla cura del tumore alla prostata è il ritardo nella diagnosi che in certi casi porta alla scoperta della neoplasia quando è in fase avanzata.
La neoplasia che cresce nella parte più periferica della ghiandola prostatica, il cosiddetto mantello, non fornisce segni se non dopo che ha infiltrato la capsula.
Inoltre, molti tumori della prostata non producono PSA ( antigene prostatico specifico ), quindi un valore basso non sempre è sinonimo di negatività.
La scelta della terapia dipende dalle caratteristiche del paziente e della malattia. Tutti i trattamenti hanno subito nell'ultimo decennio una evoluzione importante, contribuendo a ridurre la mortalità e a migliorare la qualità di vita.
La terapia ormonale è uno dei cardini del trattamento farmacologico del carcinoma prostatico perché punta a ridurre gli androgeni, in particolare il testosterone che ha un ruolo importante nella crescita e nell'evoluzione del tumore.
Enzalutamide è risultato efficace sia nei pazienti con metastasi ossee che viscerali.
Lo studio AFFIRM, condotto su pazienti con tumore metastatico alla prostata resistente alla castrazione già trattati con chemioterapia, e lo studio PREVAIL, condotto su pazienti con tumore metastatico alla prostata naive alla chemioterapia hanno dimostrato un miglioramento della sopravvivenza globale, un buon profilo di sicurezza e tollerabilità con effetti collaterali scarsi e di poca importanza rispetto ai pazienti trattati con placebo, permettendo un miglioramento della qualità di vita.
Enzalutamide ha anche ridotto il rischio di fratture e compressioni del midollo spinale nei pazienti con metastasi ossee.
Il farmaco, inoltre, non necessita dell'aggiunta di Cortisone ed è prescrivibile anche ai pazienti che non sono stati sottoposti a blocco androgenico totale. ( Xagena_2016 )
Fonte: Astellas, 2016
Xagena_Salute_2016