Carcinoma della cervice: rischio con dispositivo intrauterino e infezione cervicale con papillomavirus


È stato dimostrato che l’utilizzo di dispositivi intrauterini riduce il rischio di carcinoma dell’endometrio, ma sono disponibili pochi dati sulla sua associazione con il rischio di carcinoma cervicale.

Uno studio ha valutato se l’uso di dispositivi intrauterini possa influenzare l’infezione cervicale da papillomavirus umano ( HPV ) e il rischio di sviluppare tumore della cervice.

È stata effettuata l’analisi di dati individuali da 2 ampi studi condotti dalla International Agency for Research on Cancer ( IARC ) e dal programma di ricerca dell’Institut Català d'Oncologia su HPV e carcinoma cervicale; uno studio includeva dati da 10 studi caso-controllo su cancro della cervice in 8 Paesi e l’altro includeva dati da 16 indagini di prevalenza di HPV su donne della popolazione generale in 14 Paesi.

In totale, 2205 donne con carcinoma della cervice e 2214 donne controllo senza la malattia sono state incluse dagli studi caso-controllo e 15272 donne sane dalle indagini su HPV.

È stato effettuato il test per il DNA di HPV con saggi di PCR.

Dopo aggiustamento per covariate rilevanti, inclusi il DNA di HPV in sede cervicale e il numero di precedenti Pap-test, è stata osservata una forte associazione inversa tra l’aver utilizzato nella vita dispositivi intrauterini e carcinoma cervicale ( odds ratio, OR=0.55; p inferiore a 0.0001 ).

È stata notata un’associazione protettiva per il carcinoma a cellule squamose ( 0.56; p inferiore a 0.0001 ), adenocarcinoma e carcinoma adenosquamoso ( 0.46; p=0.035 ), ma non tra le donne positive per HPV ( 0.68; p=0.11 ).

Non sono emerse associazioni tra utilizzo di dispositivi intrauterini e identificazione di DNA di HPV in sede cervicale in donne senza carcinoma della cervice.

In conclusione, questi dati suggeriscono che l’uso di dispositivi intrauterini può agire come cofattore protettivo nella carcinogenesi cervicale.
L’immunità cellulare innescata dal dispositivo potrebbe essere uno dei molti meccanismi per spiegare questi risultati. ( Xagena_2011 )

Castellsagué X et al, Lancet Oncol 2011; 12: 1023-1031

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