Cancro allo stomaco e all'esofago: Nivolumab in combinazione con la chemioterapia ha mostrato benefici significativi in sopravvivenza globale e sopravvivenza libera da progressione rispetto alla chemioterapia


Dallo studio pivotale di fase 3 CheckMate -649 è emerso che il trattamento di prima linea con Nivolumab ( Opdivo ) in associazione alla chemioterapia ha mostrato un miglioramento statisticamente significativo e clinicamente importante della sopravvivenza globale ( OS ) e della sopravvivenza libera da progressione ( PFS ) nei pazienti con cancro gastrico metastatico o avanzato non-resecabile, cancro della giunzione gastroesofagea ( GEJ ) o adenocarcinoma esofageo, rispetto al trattamento con la sola chemioterapia.

Nivolumab è il primo inibitore di PD-1 che ha dimostrato di aumentare la sopravvivenza globale e la sopravvivenza libera da progressione in combinazione con chemioterapia rispetto alla sola chemioterapia nei pazienti con carcinoma gastrico, carcinoma della giunzione gastroesofagea o adenocarcinoma esofageo.

I benefici di sopravvivenza globale e di sopravvivenza libera da progressione sono stati osservati nei pazienti con espressione PD-L1 con un punteggio positivo combinato ( CPS ) maggiore o uguale a 5, raggiungendo entrambi gli endpoint primari dello studio.
Il beneficio di sopravvivenza globale è stato osservato anche in tutta la popolazione randomizzata dello studio.

La sopravvivenza globale mediana ( Hazard Ratio [ HR ]: 0.71 - intervallo di confidenza [ IC ] 98.4%: 0.59 - 0.86; p inferiore a 0.0001 ) per Nivolumab e chemioterapia è stata pari a 14.4 mesi ( IC 95%: 13.1 - 16.2 ) rispetto a 11.1 mesi ( IC 95%: 10.0 - 12.1 ) per la sola chemioterapia tra i pazienti con espressione PD-L1 con CPS maggiore o uguale a 5.

La sopravvivenza libera da progressione mediana ( HR: 0.68, IC 98%: 0.56 - 0.81; p inferiore a 0.0001 ) era di 7.7 mesi ( IC 95%: 7.0 - 9.2 ) in quelli trattati con Nivolumab più chemioterapia e di 6.0 mesi ( IC 95%: 5.6 - 6.9 ) tra i pazienti trattati con sola chemioterapia.

I profili di sicurezza della combinazione Nivolumab e chemioterapia in questo studio corrispondevano a quelli già conosciuti di Nivolumab e chemioterapia, senza nuovi segnali di sicurezza.

CheckMate -649 è, ad oggi, il più vasto studio globale randomizzato di fase 3 di una terapia basata sull’inibitore del checkpoint immunitario per il trattamento di prima linea dei pazienti con cancro gastrico ed esofageo.

Attualmente, lo standard di cura in prima linea dei pazienti con cancro gastrico o della giunzione gastroesofagea avanzato o metastatico senza espressione di HER2 è la chemioterapia.
Anche se è stata un’opzione importante di trattamento per questi pazienti, la sola chemioterapia è associata ad un beneficio di sopravvivenza marginale spesso inferiore a un anno dall’inizio del trattamento.

La sopravvivenza globale statisticamente significativa mostrata da Nivolumab associato a chemioterapia è stata anche rilevata nei pazienti con espressione PD-L1 con CPS maggiore o uguale a 1 e in tutta la popolazione randomizzata.
La sopravvivenza mediana globale è stata pari a 13.8 mesi ( IC 95%: 12.6 - 14.6 ) nei pazienti trattati con Nivolumab più chemioterapia rispetto a 11.6 mesi ( IC 95%: 10.9 - 12.5 ) nei pazienti trattati con la sola chemioterapia ( HR: 0.80; IC 99.3%: 0.68 - 0.94; p=0.0002 ).
Nei pazienti positivi a PD-L1 con CPS maggiore o uguale a 1, la sopravvivenza mediana globale è stata pari a 14.0 mesi ( IC 95%: 12.6 - 15.0 ) per i pazienti trattati con Nivolumab e chemioterapia rispetto a 11.3 mesi ( IC 95%: 10.6 - 12.3 ) per i pazienti trattati con la sola chemioterapia ( HR: 0.77; IC 99.3%: 0.64 - 0.92; p=0.0001 ).

L’incidenza di eventi avversi gravi di qualsiasi grado o di grado 3-4 correlati al trattamento ( TRAE ) era maggiore nei pazienti con Nivolumab più chemioterapia ( 22% di qualsiasi grado; 17% di grado 3-4 ) rispetto ai pazienti trattati con la sola chemioterapia ( 12% di qualsiasi grado; 10% di grado 3-4 ).
Tra i pazienti trattati con la combinazione Nivolumab più chemioterapia, il 36% e il 17% hanno sviluppato eventi TRAE di qualsiasi grado o di grado 3-4 che hanno portato all’interruzione della terapia, contro il 24% e il 9% dei pazienti trattati con chemioterapia. ( Xagena_2020 )

Fonte: ESMO ( Società Europea di Oncologia Medica ) Virtual Meeting, 2020

Xagena_Medicina_2020